IL SISTEMA TERRITORI PROTETTI

6.1. - I Territori protetti
Il concetto di area protetta è molto antico e risale all'impero romano quando venivano scelte alcune aree verdi per la conservazione degli animali o per praticare la caccia.
La loro creazione è, dunque, di tipo egoistico, legata alla nascita e allo sviluppo delle società come risposta alla necessità di tutelare parti del territorio in virtù delle loro peculiarità ambientali, storiche, culturali, spirituali ed economiche. Solo agli inizi del 1800 in Europa e negli USA inizia a svilupparsi una sensibilità ambientale che consente di interpretare tali aree come bene della collettività. In questi anni sono nati, infatti, i primi movimenti di opinione per la protezione della fauna e sono state create le prime riserve naturali. Le zone protette si sono così moltiplicate fino a raggiungere percentuali rilevanti del territorio nazionale e conseguentemente, sono state avviate iniziative per creare organismi sovranazionali interessati alla cura di tali zone. Le aree protette si distinguono tra loro per le dimensioni, comprendendo tanto grandi aree come i parchi nazionali, quanto aree più limitate come le piccole riserve, sino alle piccole superfici di canali e laghi.
La classificazione più recente, elaborata dalla Comunità Europea, prevede le seguenti categorie di aree protette: la riserva naturale integrale, la riserva naturale, il parco nazionale, il paesaggio naturale o seminaturale, il paesaggio locale protetto, il monumento sito naturale protetto, le zone protette specifiche, le cinture verdi. Ad ogni tipo di classificazione corrisponde una diversa tutela giuridica.
La selezione della zone protette si realizza attraverso l’individuazione di aree le cui caratteristiche ideologiche, biologiche e culturali corrispondono ai criteri stabiliti dalla classificazione prevista per le varie categorie. Appartengono alla famiglie delle aree protette anche le riserve naturali, costituite da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna, ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti per la diversità biologica o per la conservazione delle risorse genetiche.
Esse possono essere di rilevanza statale o regionale, a seconda degli elementi naturalistici in esse rappresentati. Sono caratterizzati da territori da medie a piccole dimensioni, che normalmente comprendono ecosistemi non alterali dall'attività dell'uomo e quindi presentano caratteri di naturalità e seminaturalità sino alla  proibizione di ogni alterazione ed attività eccetto la ricerca scientifica.

6.2 - Disciplina giuridica
Le aree protette sono porzioni di territorio tutelate dalla legge per il loro particolare interesse naturalistico, ambientale o storico-culturale in quanto contengono ecosistemi prevalentemente o largamente intatti, ambienti e paesaggi di rilievo tale da richiedere un intervento istituzionale per garantirne la conservazione alle future generazioni.
La legiferazione in materia di aree protette in Italia ha avuto inizio con l’istituzione negli anni ’20 e ’30 dei parchi nazionali storici, attraverso l’emanazione di singoli e disgiunti interventi legislativi, privi di un disegno normativo unitario.
In esse era possibile rintracciare solo alcuni tratti comuni riguardanti la protezione della fauna e della flora, delle speciali formazioni geologiche e della bellezza del paesaggio e solo successivamente, la promozione del turismo.
Il primo intervento che ha offerto l’opportunità di ricondurre il tema dell’ambiente all’interno di un quadro normativo unitario è stata la legge 1497/39 che, con l’introduzione del piano paesaggistico, ha tentato di superare la nozione di tutela come azione limitata esclusivamente agli elementi eccezionali e ai valori prettamente estetici del territorio. Lo strumento del piano paesistico non ha, tuttavia, trovato in pratica applicazione.
Solo con la legge Galasso si è riportata l’attenzione sul problema della tutela della natura e del paesaggio, con la consapevolezza della necessità di superare il vincolo applicato al singolo bene attraverso una pianificazione paesistica o urbanistico-territoriale integrata con le valenze paesistico-ambientale.
E’ del 1991 il varo della legge-quadro 394 che detta i principi fondamentali per l’istituzione e la gestione delle aree naturali protette, attraverso l’introduzione di una normativa organica applicabile a tutte le aree protette di competenza dello Stato.
Il Summit mondiale per l'ambiente di Rio de Janeiro tenutosi nel 1992 ha individuato nelle aree protette, minacciate nel nostro secolo come mai in passato a causa dell’invasivo intervento dell’uomo, il principale strumento di conservazione della biodiversità.
La biodiversità trova, infatti, nelle aree protette un argine decisivo alla progressiva estinzione di un numero sempre maggiore di specie animali e vegetali il cui habitat è stato fortemente violato a causa delle trasformazioni ambientali e dell’inquinamento.
Peraltro, oggi più che mai, gli esperti hanno posto l’attenzione non solo sulla necessità di tutelare le specie esistenti nelle aree protette dall’estinzione, ma anche sui benefici sociali, economici e ambientali che derivano dalla conservazione della natura. Conservazione della natura, dunque, ma anche opportunità economiche.
L’Italia, coi suoi quasi 3 milioni di ettari di superficie compresa tra aree naturali protette, parchi nazionali, riserve naturali statali e regionali, aree naturali marine protette, parchi sommersi, parchi naturali, è uno dei paesi che negli ultimi dieci anni ha dato il maggior contributo in Europa allo sviluppo di un sistema di aree protette.